chi legge non è mai solo



lo scrittore Clive Staples Lewis diceva : "we read to know we are not alone" - Leggiamo per apprendere di non essere soli. E come non essere d'accordo? Leggendo non siamo mai soli.
Leggere per me è un viaggio. Un viaggio fatto d'incontri, di sorrisi, di pianti, di rimorsi, di gioie, di batticuori, di rimpianti, di paure, di ansie, di buonumore.
Che sia stata attratta dalla sua copertina o dal suo titolo, dalle brevi note o introduzione in quarta di copertina, che me lo abbia consigliato un amico e ne voglia condividere la sua esperienza, che la recensione sia stata particolarmente intrigante, che sia figlio di un tam tam o il nuovo di un autore amato, questo è solo l'incipit di quel libro.
Quando l'ho fra le mani sono emozionata ed euforica per quella promessa. Le aspettative sono alte e spero di non essere delusa. Come al primo appuntamento, ho le farfalle nello stomaco quando inizio a leggere. L'autore mi presenta i suoi personaggi e mi fa entrare nei suoi luoghi, conducendomi per mano in una lunga passeggiata nei suoi pensieri, sempre più lontano, fino a quando non sono più cosciente di essere seduta a leggere e sono nel viaggio. Di lì a poco saprò se sarà piacevole o no. Quando già dalle prime pagine, per come è scritto, per la trama, per il ritmo, per i personaggi, il libro non spicca il volo, so, a meno di un miracolo, che il punto del non ritorno è vicino e l'amara delusione mi attende al varco. Fra sopracciglia inarcate, sbuffi, sbadigli, ma pur sempre nutrendo una miniminima speranzuola in un colpo di scena, un guitto di genio che lo riabiliti, la maggior parte delle volte riesco a finirlo, incassando il colpo. Ma mi è anche capitato, in casi estremi, di abbandonarlo lì, al suo destino di orrilibro.
Quando, invece, già dalle prime righe, il libro è scritto con parole che io vorrei aver detto, il ritmo è sostenuto, i personaggi sembrano essere parte della mia vita o vorrei averceli nella mia vita, allora le pagine volano fra le mie dita, come volano le mie emozioni, salvo poi rallentare agli ultimi capitoli. Da una parte voglio finire il libro il più presto possibile per conoscere l'epilogo che mi sembra di avere intravisto fra le righe e cullarmi in esso. Allo stesso tempo, seppur con un sorriso sulle labbra, sono un pò triste, oserei dire in "lutto" perchè quel viaggio mozzafiato sta per finire, e dovrò separarmi dagli amici fatti fra le pagine, dai loro luoghi e le loro cose. E so già che tutto questo mi mancherà terribilmente. Mi è capitato ultimamente con la trilogia Millennium  di Stieg Larsson, scoperta per caso l'estate scorsa, un amore a seconda vista. Continuo a rimandare la lettura del terzo ed ultimo libro, chiusa ostinatamente nel mio limbo, distraendomi con la lettura di altri, perchè voglio ancora essere nel mondo di Lisbeth e Mikael e non metterci la parola fine.
Tanti ne ho letti di libri. Fra odi et amo, alcuni sono scivolati addosso senza lasciare traccia, se non nel portamonete, mentre i più mi hanno regalato un bel viaggio e la coccola del suo ricordo. Alcuni hanno addirittura cambiato il corso della mia vita e sono, come direbbe Lorca, nel midollo infissi. 
Il bello in tutto questo è che fino a quando ci sarà un libro, per me il viaggio continua...

Comments

Simona said…
Parole sante. Io della Trilogia sono ferma al primo volume. Il secondo e' pronto, ma so che quando comincio poi probabilmente avro' difficolta' a fermarmi, come e' successo col primo volume e quindi tergiverso. "Non esiste saggezza" di Gianrico Carofiglio e' uno dei libri che ho letto di recente e che ha lasciato un bel ricordo.
fabdo said…
Simona, anche io tergiverso e da parecchio. Ma lo sento, la mia curiosità sta per avere il sopravvento! :)

p.s. tanto per non smentirmi, mi sono annotata già questa tua segnalazione :))
mara said…
Anch'io coltivo quest'otium dell'anima e lo considero nutrimento indispensabile......
Annachiara said…
"Mi è capitato ultimamente con la trilogia Millennium ..."
Ti giuro che è stata esattamente la sensazione che ho avuto io. Io lho diluito praticamente in quasi due anni. Tanta era la sofferenza di vederlo finire...poi ho scoperto Mankell, altro autore svedese e mi sono parzialmente consolata! ;-)
Buon anno cocca!
tizi said…
Attenzione pero` alle brutte compagnie ...come disse qualcuno "l'istruzione ha prodotto un gran numero di persone capaci di leggere ma incapaci di distinguere quello che merita di essere letto" :)
fabdo said…
mara,un mondo parallelo dove riposarsi...

woman in red (sappilo ti visualizzo accussì ormai! ^_^, buon 2011 anche à toi!
Io mi gingillo con la trilogia in DVD che mi sto guardando in questi gg. Pensa, in originale (svedese quindi) con i sottotitoli in olandese!!!! L'ultima parte ovviamente non la vedrò fino a quando non avrò letto il terzo volume. Il film, anche se non male, è moooooolto meno del libro.
Alla prossima infatuescion ;)

tizi, anche dalle brutte compagnie si può trarre insegnamento, no?! :)
Un libro è un pò una scatola chiusa, per vederne il contenuto bisognerà pure aprirla. Certo non mi vado a scegliere "scatole nere", già morte prima di nascere.
Ma è tutto soggettivo poi...quello che può piacere a me, può non piacere a qualcun'altro e viceversa.