time-out

mi sono da poco sentita con la sig.ra van Meel.
Lei ha iniziato la conversazione chiedendomi come poteva aiutarmi in questo momento d'impasse ed io le ho spiegato, seguendo a braccio il memo che avevo scritto, cosa mi tormenta.
L'impressione che sia io che mio marito avevamo avuto al primo colloquio del 10 marzo scorso, con la sig.ra Dollè, era che fosse stato già deciso che l'operazione a me più adatta fosse il GB senza neanche prendere in considerazione opzioni alternative e, soprattutto, senza aver dati certi e dettagliati sul mio profilo. 
Secondo le informazioni che io ho potuto raccogliere finora, un'alternativa altrettanto valida può essere la VSG, e l'ho fatto presente alla sig.ra Dollè, che per tutta risposta ha dismesso immediatamente questa possibilità adducendo peraltro motivazioni generiche e non dettagliate.
La mia perplessità era appunto questa. 
Ho iniziato il percorso di guarigione prendendo la già difficile decisione di farmi operare. Ora, visto che si tratta di un'operazione che modificherà irreversibilmente il mio corpo e influirà sul resto della mia vita, voglio poter prendere la decisione in modo ponderato e non perchè in un certo senso "spinta".
Psicologicamente, mi sento più tranquilla con una VSG, perchè a parte la resezione della gran parte dello stomaco, il resto dell'apparato digerente rimane intatto quindi non dà problemi di Dumping ed è sempre possibile visitarlo endoscopicamente o radiologocamente. E in ultimo, ma non per questo meno importante, io so cosa, quanto, quando e perchè mangio.
La sig.ra van Meel mi ha rassicurata che le mie perplessità sono del tutto plausibili e che va da sè che è del mio corpo che si tratta, quindi sono io ad avere l'ultima parola (prima differenza: questo non era venuto per niente fuori da quel primo colloquio). I loro sono consigli che si basano sull'esperienza e sui risultati che, in linea di massima, ci si può aspettare da ogni intervento. Il GB è l'operazione che garantisce la maggior perdita di peso e una minore percentuale di recidivismo. La Sleeve assicura una perdita ponderale inferiore e dopo cinque anni dall'intervento vi è una percentuale molto più alta di recidivismo.
Le ho risposto che ne ero pienamente consapevole, ma che allo stesso tempo ero convinta del fatto che ai fini della decisione finale, di cruciale importanza fosse la definizione del profilo del paziente, che nel mio caso non è ancora iniziata. Lei me lo ha confermato (seconda differenza: la decisione deve essere presa dopo aver valutato tutti gli aspetti). Questo perchè, ho continuato io, se si è in presenza di un emotional eater, o binge o sweet eater (e io non lo sono), nessuna operazione funziona. La chirurgia bariatrica ci offre solo degli strumenti che ci possono aiutare a guarire, tutto il resto DOBBIAMO farlo noi stessi, cambiando radicalmente il nostro stile di vita.
Lei, colpita da queste parole, si è complimentata per la mia corretta visione e consapevolezza e mi ha anche rassicurata che tutte queste domande potevo porle direttamente al chirurgo e agli altri specialisti che lunedì prossimo saranno presenti, oltre a lei e alla sig.ra Dollè, all'incontro fissato con i pazienti. Io ignoravo che all'incontro ci fosse anche il chirurgo, e questa notizia mi ha sicuramente rasserenata. 
Ho ringraziato la sig.ra van Meel per la sua disponibilità. Lei si è congedata augurandomi un sereno week-end anche alla luce delle nuove informazioni che sperava mi avesse fornito. 
Sorridendo le ho assicurato che sarebbe stato proprio così.

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