la sostenibile LEGGEREZZA dell'essere


da quando mi sono operata è un susseguirsi di "prime volte" per me. Posso finalmente accavalciare le gambe, compro taglie regolari e non conformate stile tendone circo; mia madre mi passa i suoi vestiti; compro e indosso un cinturone, degli stivali, vestiti aderenti; porto mia figlia sulla mia bici (con sua - e mia- grandissima gioia); la piccola mi abbraccia circondandomi tutta con le sue braccia; sento e vedo di avere anche io delle ossa; la mia trovata energia mi permette di camminare, nuotare, andare in bici senza che per questo anche la punta dei capelli mi faccia male o avere il fiatone di un asmatico raffreddato; mi siedo sulle sedie senza dover fare i test di carico prodotto; sono stata presa in braccio da mio marito e via di questo passo.
Pare poco. Forse lo è per chi non è nato e convive con un corpo da omino Michelin come lo era il mio poco più di un anno fa. Ora che mi sono letteralmente svuotata è più facile tutto e mi godo i miei piccoli momenti di significante felicità. 
A chi mi chiede come mi sento in generale dopo il gastric bypass rispondo semplicemente: leggera. E non è un'ovvietà. Parlo di una leggerezza che trascende i chili in sè. La mia testa, il mio essere e le mie emozioni sono più leggeri, perchè finalmente liberi da un peso padrone e troppo ingombrante.
Non lo dico per dire che sono rinata il 19 luglio 2011. Questa data è il mio spartiacque, uno di quei momenti della vita in cui ci si rende conto che niente sarà più lo stesso e il tempo si divide esattamente in due parti: prima e dopo. E' il momento preciso che segna la fine di una pesante prigionia e l'inizio di una nuova stagione della mia vita, piena di promesse e possibilità inesplorate, tutte sotto il segno di una più sostenibile leggerezza dell'essere.
Al passato, senza il quale non sarei quella che sono oggi, dico comunque grazie per le lezioni che mi ha insegnato. Al mio futuro, sono pronta!

Comments