letargo

lentezza. Questa parola mi viene in mente quando provo a descrivere come mi sento. Sono come in letargo: viva ma rallentata. 
Dalla frenesia dello scorso mese, allo stand-by d'attesa di questi giorni. Aspetto che arrivi il 25 maggio per incontrare finalmente il chirurgo.
I miei sentimenti in proposito, sono duali. Da un lato non vedo l'ora, perchè così saprò, e il mio prossimo futuro prenderà una direzione facendomi uscire da questo limbo. Dall'altro, proprio il fatto di poter avere delle certezze, come per esempio la data dell'operazione, risveglia l'ansia e la paura per l'intervento.
Il mio più grande desiderio in questo momento è avere tutto alle spalle, passare dall'altra parte della barricata e tirare finalmente un sospiro di sollievo. 
Per ora sono ancora in modalità "attendere prego". I pensieri, per fortuna, non sono più circolari. Anche il peso del dilemma sul tipo di operazione, si è notevolmente alleggerito. A questo punto, pur esponendo apertamente al chirurgo le mie perplessità rispetto il GB, mi rimetto serena e con fiducia al suo giudizio di persona esperta.
Arrivare a quel fatidico giorno mi sta affaticando non poco. Da qui, credo, questa stanchezza quasi atavica che sento e la lentezza che si è come impossessata di me.
Non sento neanche più l'esigenza di parlare. Le parole le ho dette tutte e sono stanca anche di quelle. 
Sono sola, in silenzio, rinchiusa nel mio guscio e aspetto. E così voglio stare.
Cerco di condurre la mia vita come sempre, distraendomi da questa attesa, ma senza molti risultati. Osservo la vita degli altri trascorrere nella sua "normalità", con i suoi ritmi rassicuranti, e un pò mi rattristo, perchè io mi sento di essere in un momento non ordinario e difficile della mia. 
I miei ritmi sono divenuti altri e forse la mia mente, con questo letargo, vuole preservare le mie forze per farmi affrontare con più energia quello che mi attende. Non so. 
Per ora aspetto.

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