c'è anche dell'altro

nella mia vita, e negli ultimi tempi me ne scordo quasi.
Prendi il pomeriggio di ieri, per esempio. L'ho trascorso in cucina ad insegnare a due coppie di giovani entusiasti ed appassionati, come preparare alcune delle pietanze più famose di Sicilia.
Questo lavoro mi dà sempre soddisfazioni. Trasmettere attraverso il cibo, quello che fa parte di me, del mio Paese, delle nostre tradizioni, della nostra cultura, è un privilegio. 
Gli apprezzamenti e i complimenti che ricevo per quello che dico, che faccio e soprattutto per quello che trasmetto, vanno al di là della Cucina e non possono che riempirmi di soddisfazione. Vuol dire che quello che voglio trasmettere, arriva veramente. Il che non è poco.
I miei pensieri, da quando ho iniziato il percorso bariatrico, girano tutti, volente o nolente, intorno a quello. 
Vista la portata della decisione, è naturale che sia così. Vorrei solo che il tutto non fosse così intenso e monopolizzante, chè in questo modo, il resto della mio quotidiano, passa come in secondo piano.
Quando mia figlia, stringendomi forte, mi dice "sei la mamma più buona e bella del mondo", o mio marito mi abbraccia e mi dice che sono una donna speciale, o  i bambini a scuola mi fanno le feste nel vedermi, o ancora, la mia nipotina di 7 anni, durante i festeggiamenti per la Comunione del fratellino (alla quale noi non potevamo esserci), dice commossa a chi aveva affermato che tutto era perfetto e non mancava niente: "non è vero, manca la zia!", oppure quando, perfetti sconosciuti, mi ringraziano per quello che ho saputo trasmettergli con il mio lavoro, ecco, allora  riprendo possesso della mia quotidianità, rimetto a fuoco, e torno a rivedere in maniera nitida tutto il mio mondo.  
Amo, sono amata, seppur fra fisiologici alti e bassi, ho una vita che mi soddisfa e della quale sono orgogliosa.
Devo ricordare a me stessa che le scelte di oggi, seppur difficili, le sto facendo per preservare e migliorare il mio futuro, il mio mondo. Sono solo un altro importante tassello che va ad incastrarsi nel mosaico che rappresenta la mia vita. 
Per non perdermi, è la luna che devo guardare, non il dito che la indica.

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