Passando da NonSiSaMai, e leggendo il suo bel post sul "virtuale", non ho potuto fare a meno di scrivere questa nota.
Sto passando dei periodi, come direbbe qualcuno, "sconvolgenti a tratti allucinanti" e su tutti i versanti. Tanto che posso affermare, senza esagerazione, che Arthur Bloch al mio confronto era un ottimista!
La mia pazienza, la mia fiducia negli altri e in me stessa, e nelle cose in cui ho sempre creduto e rispettato, vengono messe a dura prova, quasi giornalmente.
Ci sono momenti in cui vorrei solo piangere, arrendermi e dissolvermi nel nulla. Ma, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, mi freno per (o forse dovrei dire GRAZIE a) Poppi, che non ha scelto lei di essere messa a questo mondo e alla quale devo attenzione, cura e soprattutto Amore. Tutto ruota intorno questa piccola meravigliosa creatura, e sono grata al Cielo di avermela donata. E' la mia vera Forza.
Però è dura, durissima essere sempre attivi, combattivi, e rimanere positivi, mentre dentro non si hanno neanche più le forze per respirare.
Ci sono poche persone, fra familiari e amici, davvero care e importanti nella mia vita. Ma constato, con amarezza, che, più passa il tempo, più il numero si assottiglia e per ragioni sempre più assurde e come tali indescrivibilmente dolorose.
Una montagna di sabbia con me in cima è la metafora della mia vita in questo momento. Inevitabilmente ci affondo dentro, perdendo l'equilibrio. Ecco, è così che mi sento, quando la delusione profonda arriva proprio dai più cari.
Cosa succede? Ma come è possibile? Da quella persona non me lo sarei mai e poi mai aspettato. Questi i tormenti ricorrenti.
Forse sono io che ho idealizzato, mitizzato troppo, al punto che, inevitabilmente, il confronto con la realtà, non può che essere cocente e destabilizzante.
All'impatto doloroso con la constatazione, si aggiunge la sofferenza nel cercare, disperatamente, di crearsi un nuovo status quo, per proseguire il proprio cammino senza piangersi addosso e soprattutto senza più finzioni.
E vengo all'incipìt. Grazie a questo spazio, interagisco attivamente e passivamente (anche solo leggendo) con persone che in realtà non conosco. E il paradosso è che, con questo mio messaggio nella bottiglia, ricevo più conforto dal "mare virtuale", che dal "reale" che mi circonda. Il tutto fra virgolette, perchè non so più dove comincia uno e dove finisce l'altro.
Mi chiedo come è possibile che questo accada.
Sarà il segno dei tempi? E' solitudine? Voglia di parlare e aprirsi, di gettare un sassolino nello stagno e vedere quanti cerchi si formano, se si formano? Lo sperare inconsciamente che dall'altra parte ci sia qualcuno che ci capisca e che ci porga una mano, ci ascolti anche solo per il brevissimo tempo di un commento?
Non so. Forse è un pò di tutto questo o forse non lo è. Forse è solo un'illusione.
Quello che so è che, ora che ho scritto, mi sento meno attrice e più spettatrice della mia vita.
Il fardello è meno pesante. Il che aiuta.
Sto passando dei periodi, come direbbe qualcuno, "sconvolgenti a tratti allucinanti" e su tutti i versanti. Tanto che posso affermare, senza esagerazione, che Arthur Bloch al mio confronto era un ottimista!
La mia pazienza, la mia fiducia negli altri e in me stessa, e nelle cose in cui ho sempre creduto e rispettato, vengono messe a dura prova, quasi giornalmente.
Ci sono momenti in cui vorrei solo piangere, arrendermi e dissolvermi nel nulla. Ma, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, mi freno per (o forse dovrei dire GRAZIE a) Poppi, che non ha scelto lei di essere messa a questo mondo e alla quale devo attenzione, cura e soprattutto Amore. Tutto ruota intorno questa piccola meravigliosa creatura, e sono grata al Cielo di avermela donata. E' la mia vera Forza.
Però è dura, durissima essere sempre attivi, combattivi, e rimanere positivi, mentre dentro non si hanno neanche più le forze per respirare.
Ci sono poche persone, fra familiari e amici, davvero care e importanti nella mia vita. Ma constato, con amarezza, che, più passa il tempo, più il numero si assottiglia e per ragioni sempre più assurde e come tali indescrivibilmente dolorose.
Una montagna di sabbia con me in cima è la metafora della mia vita in questo momento. Inevitabilmente ci affondo dentro, perdendo l'equilibrio. Ecco, è così che mi sento, quando la delusione profonda arriva proprio dai più cari.
Cosa succede? Ma come è possibile? Da quella persona non me lo sarei mai e poi mai aspettato. Questi i tormenti ricorrenti.
Forse sono io che ho idealizzato, mitizzato troppo, al punto che, inevitabilmente, il confronto con la realtà, non può che essere cocente e destabilizzante.
All'impatto doloroso con la constatazione, si aggiunge la sofferenza nel cercare, disperatamente, di crearsi un nuovo status quo, per proseguire il proprio cammino senza piangersi addosso e soprattutto senza più finzioni.
E vengo all'incipìt. Grazie a questo spazio, interagisco attivamente e passivamente (anche solo leggendo) con persone che in realtà non conosco. E il paradosso è che, con questo mio messaggio nella bottiglia, ricevo più conforto dal "mare virtuale", che dal "reale" che mi circonda. Il tutto fra virgolette, perchè non so più dove comincia uno e dove finisce l'altro.
Mi chiedo come è possibile che questo accada.
Sarà il segno dei tempi? E' solitudine? Voglia di parlare e aprirsi, di gettare un sassolino nello stagno e vedere quanti cerchi si formano, se si formano? Lo sperare inconsciamente che dall'altra parte ci sia qualcuno che ci capisca e che ci porga una mano, ci ascolti anche solo per il brevissimo tempo di un commento?
Non so. Forse è un pò di tutto questo o forse non lo è. Forse è solo un'illusione.
Quello che so è che, ora che ho scritto, mi sento meno attrice e più spettatrice della mia vita.
Il fardello è meno pesante. Il che aiuta.
Comments
Credo che si riesca ad aprirsi cosi' tanto in questa "realta' virtuale" perche' in fondo mentre lo facciamo non stiamo necessariamente chiedendo a nessuno di stare a sentirci...un po' triste lo so, ma secondo me e' cosi'! E poi chi vuole tendere la mano lo fara' spontaneamente...la realta' purtroppo alle volte e' ben diversa. E le delusioni non finiscono mai.
Ti abbraccio da lontano con affetto.
sai cos'e' la cosa strana pero'? che ti leggo da un po' eppure non mi aspettavo tanta malinconia. ti ho sempre sentita e immaginata come una persona molto positiva, sorridente. evidentemente poppi ti aiuta profondamente, se questo e' quello che trasmetti anche le volte che magari ti senti triste.
un abbraccio forte
E poi come te vedo qualcuno, mia moglie ne mio caso, e trovo una ragione per riprendermi. Non lo dico per consolarti, ma per semplicemente condividere uno stato d'animo in cui sembro di cadere periodicamente come se sia parte di me da quando sono emigrato. Il che potrebbe essere anche una pura coincidenza.
Ora, tempo che mi rimetta su la maschera con il sorriso ... in fondo il virtuale non e' altro che un altra maschera.
Ma credo anche che il calore del mondo virtuale possa aiutare..
ti auguro davvero di tornare presto ad essere attrice della tua vita..sei forte tu!!!Baci e grandi abbracci!
Cara fabdo io ormai ho ridotto a 3 le persone di cui mi fido, e spero che almeno loro non mi tradiscano. Mi rendo conto ogni giorno che le persone che ti vogliono bene SUL SERIO e che si interessano a te senza secondi fini si possono contare sulle dita di una mano.
Non ti buttare giù, concentrati su poppi, lei sì che merita, e non badare alle persone che ti hanno deluso, non meritano nemmeno che ci pensi!
Molte persone non lo capiscono, ma spesso davvero tramite il blog si entra in contatto con persone che, anche se lontane e se non si conoscono, ti sembrano più vicine ed interessate a te di quelle "reali"....
Se ti fa bene scrivere, sfogati quando vuoi, noi siamo qua...
Un abbraccio forte forte
D'altra parte la condizione umana è questa: solitudine e ingiustizia.
In questi momenti mi consola pensare di non essere solo a vivere queste cose e a lottare per stare a galla.
Poi c'è il futuro: i nostri figli.
Ricorda che abbiamo una missione da compiere. Coraggio, non sei sola e non lo sarai mai.
attraverso il tuo blog si ripropongono le stesse dinamiche del "mondo rotondo": qualcuno è d'accordo con te su una cosa ma non su un'altra, qualcun altro ti fa una bastardata, altri ti cancellano dal blogroll o dal feed, proprio come potrebbero cancellarti dalla rubrica del telefonino. è più reale, la rubrica del telefonino? forse, oppure chissà.
la chiave è spesso in quello che diciamo, nel blog: spesso non ci apriamo mai del tutto, molte cose non le raccontiamo, perché le consideriamo troppo personali per essere raccontate ai perfetti sconosciuti che poi ci leggeranno. però è solo una nostra decisione, e le relazioni che creiamo attraverso il blog possono diventare in qualsiasi momento "reali". a me è capitato quando ho incontrato alcuni blogger che frequento in rete... in un locale di milano. è bastato un attimo, il tempo di riconoscere le nostre facce e le nostre voci, e poi eccoci, eravamo lì a chiacchierare come vecchi amici.
reale e virtuale sono spesso finte categorie, dettate più dalla nostra cultura che dalla realtà delle relazioni che si instaurano.
tutto questo per dirti che sì, gli amici vanno e vengono, le persone di cui ci si fida spesso ci deludono, ma per fortuna noi abbiamo un'arma in più: circa due milioni di blogger di cui parliamo la stessa lingua che potenzialmente possono essere lì a consolarci e consigliarci, basta fare... un post.
con affetto
tot gauw, succes.