i primi 8 giorni

poco fa siamo rientrati da Amsterdam. Ronald mi ha accompagnata alla prima visita di controllo post-operatorio con il chirurgo che non era van de Laar, ma Acherman, già incontrato il 25 maggio scorso.
Alle 9.30  in punto, il dottore ci è venuto incontro salutandoci e facendoci strada nello studio. Mi ha subito riconosciuta ("la signora che ha rischiesto di essere operata esclusivamente da van de Laar" ha sottolineato sornione) e sorridente, con una serie di domande, mi ha chiesto come andasse. 
Gli ho detto che in pratica da mercoledì scorso non prendo antidolorifici e il dolore è via via diminuito fino a scomparire verso domenica, giorno in cui ho anche iniziato ad andare regolarmente di corpo. Non ho mai vomitato. Il senso della fame ce l'ho, ma mi sazio molto presto. Con il "cibo" va bene, pur detestando, in questa fase, le pappette omogeneizzate dei pasti principali. Ad ogni pasto riesco a mangiare bere i 150 ml da loro indicati, e mi sento piena. Il mio peso è di 115,5 kg (sono scesa di 4,2 kg in otto giorni).
Lui mi ha detto che dovrò continuare questa dieta almeno per un'altra settimana e che per quanto riguardava il resto era tutto più che in ordine. Mi ha anche visitato le ferite e, come immaginavo, ha detto che hanno un ottimo aspetto e, i lividi che soprattutto su quella in basso a sinistra sono più estesi, rientrano nella norma. Da quel punto, in particolare, entrano vari trocars e c'è molta manipolazione da parte del chirurgo. L'addome era ok. Quindi per lui non restava che salutarmi e darmi appuntamento fra tre mesi per il secondo controllo, al quale si aggiungerà un check-up completo del sangue. La stessa cosa si ripeterà ai sei mesi e all'anno. 
E' stato emozionante ritornare all'ospedale. Mentre ci dirigevamo verso l'entrata del policlinico, cercavo di individuare nell'edificio i piani dove ero stata fra martedì e mercoledì scorsi. Riflettevo su come il mio stato d'animo fosse diverso. Solo 8 giorni prima, tutto stava per iniziare e ora ero lì per controllare quello che era stato già fatto. 
Ho avuto una sensazione piacevole di familiarità e di appartenenza. Non poteva essere diversamente per come sono stata Curata, dai vari medici, in primis il chirurgo, nonchè mio eroe personale, dr. van de Laar, e dai vari infermiere e infermieri, che si sono susseguiti durante la mia, seppur breve, degenza. 
Grande professionalità, passione ma anche e non di meno gentilezza e simpatia che, in un momento di estrema vulnerabilità com'è la degenza ospedaliera, rendono tutto più sopportabile, anche la sofferenza. GRAZIE.

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